Poesia

Lo pensier meo

Tratti in tratto di cammino le si fece d’in mente agguato,

posarsi d’ombre di salvezza ne fu al respiro mio…

Ebbi del vivere un cotal incredulo don di logico ciel.

Dal pregare non mi fu mai in petto un materiale,

altroché luce mi voletti concessa carriera d’alto sagrificar…

Purché d’umano ne si fosse pena l’onor priore al trafficato traguardo.

Mai nemmeno chiedetti d’altra vittoria un vicino modo,

che poi d’odierno già mi si nutre l’occhio d’un cuore restituito e valso lo piover di guance…

un vivere che di profondità urla eppur tace.

Nel vero di critica mi fu sempre abile l’omettere diverse le vie d’un sagro e rar compiuto,

pareva d’obbligo anche ogni sbaglio voluto…

Affinché di veglio sole davvero ci si rese un ritmato passo d’ universale evoluto.

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