Distesa ne amplia misura certa commozione
movimento d’amato vuole il mondo sposta
cotante è la forza innata creduta persa
del vissuto ne traggo traccia mentre sguardo narra
coperta in sussulto luce fora nos valore assoluto
nessun espresso mi corrisponde vero dolore
che d’umile ascesa ne chino capo in rispetto al soluto eternamente
purché mio celeste dono in cambio vita ne sia degnato
indossar non si espone perduta veste al prossimo
seppur domandato in comodato d’uso dettato desirio
di sangue l’occhio calar mi costa Tal chiave
che per aver promesso tributo dovere seguo
nel saper d’arduo coraggio vulcanato mare
responsabilità discesa o rientriamo o prosegue la scesa
altroché di mille prese metà di noi si spese
radice divenuta di sperato risveglio cielo
ne rinunzia d’equilibrio terra noi canosciuta
e nel relativo perduta d’immenso prosequio unito noi muove
del sopravvivere per ultimo tocco
non vi sia d’osservazione mia legge alcuna
che in lacrime perdono più d’unico che rado regina
chiamata or sono impresa grata
di grazia impegno giudizio universo attende
che dal giusto morte padrona sia
d’un solo sole creduto giorno dio
eppur saziato silente luna in ricordo pianto
segnato canto ne fu ogni curva e pur l’angolo
sia dunque lode il nostro coro d’amor ululato
ginocchia a raso osa mio stimato servigio immacolato
da sempre anello in cerchi disegnato
“l’occhio calar mi costa Tal chiave
che per aver promesso tributo dovere seguo
nel saper d’arduo coraggio vulcanato mare
responsabilità discesa o rientriamo o prosegue la scesa”
-parole che lasciano senza parole-
Grazie