Si vien come d’in sogni al proprio essere vicini,
un didentro sguardo che lascia velo al fuori spazio…
Poiché un viaggio d’io vuol scovar un vero di tal immensità.
Di silenzioso capo s’apre agli occhi cuore d’enorme risorsa,
con quell’animo ancor radioso che di stanco rinascere stesso vive…
Giacchè di propria luce si fece sua strada sinora ed oltre.
Allora in cerca d’un vero stringersi l’ossa,
coglie rinnovata la forza d’armonico vivere…
Volendo di quelle lagrime farne museo di se.
Così di veloce passo vien però quel lento bisogno,
che del riflettere si vuol vigile ogni dove un compiuto va esistere…
Di tutto quel mancare d’amor suo in vertigine di pensato addosso.
Poi d’una forza nata destino già fra le stelle,
d’abbraccio nonostante s’incontra tal novello cammino…
Che di speranza non si vuol coperto il suo segreto orizzonte.
Allorché in pugno chiuso eccoci all’altro monte,
anche le nuvole or sentono il sole in fronte…
Sicchè di meno duro van queste spalle sempre comunque pronte.