D’aperta Alba si fa ancor più leggera spalla,
voluta sorte a cornice d’un maldestro destino…
Che or favola di luce ferma, conta di note i colori.
Così si vuol sveglia di novello petto persin respiro,
ad ogni pesare si fa cogliere di puro antiguo dolore…
Alla vista lucida di quel obsoleto spegnerne raggio.
Nessuna rabbia ormai vien scolpita più in pelle,
quel lontano nuocere scrive d’aurore un rinato…
D’in pelle novo d’un sentire che ne racconta l’anima.
Anche la terra vibra il suono d’un luogo ritrovato,
cucito indosso di core un coraggio armato…
In alto si vola l’ora ormai di quel cuore lodato.